Passa attraverso l'uomo e arriverai a Dio. Per lui passi, a Lui vai. Non cercare al di fuori di lui per dove giungere a Lui. Se Egli non avesse voluto essere la via, saremmo sempre fuori strada. Perciò si è fatto la via per dove puoi andare. Non ti dico: "Cerca la via". E' la via stessa a farsi incontro a te: Alzati e cammina.

sant'Agostino, Discorso 141

domenica 22 dicembre 2013

magnificare: magnum facere (= far grande) – II

«Maria disse: L’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio Salvatore» [Lc 1, 46]. 
Dice: «il Signore mi ha innalzato con un dono così grande e così inaudito che non è possibile esprimerlo con nessun linguaggio: 
a stento lo può comprendere il cuore nel profondo. 
Levo quindi un inno di ringraziamento con tutte le forze della mia anima e mi do, 
con tutto quello che vivo e sento e comprendo, 
alla contemplazione della grandezza senza fine di Dio [...]».
[...]
Solo quell’anima a cui il Signore si è degnato di fare grandi cose può magnificarlo con lode degna 
ed esortare quanti sono partecipi della medesima promessa e del medesimo disegno di salvezza: 
Magnificate con me il Signore, esaltiamo insieme il suo nome [cfr. Sal 33, 4]. 

Dal Commento su san Luca di san Beda il Venerabile 



Jacopo Carucci detto il Pontormo, Visitazione (olio su tavola, 1537), Carmignano, Pieve di San Michele 



sabato 21 dicembre 2013

magnificare: magnum facere (= far grande) – I


«Sia in ciascuno l'anima di Maria per magnificare il Signore; 
sia in ciascuno lo spirito di Maria per esultare in Dio. 
Se c'è una sola madre di Cristo secondo la carne, 
secondo la fede, invece, Cristo è il frutto di tutti, 
poiché ogni anima riceve il Verbo di Dio 
[...] 
Magnificate il Signore con me [cfr. Sal 33, 4]; 
il Signore è magnificato non perché la parola umana possa aggiungere qualcosa alla grandezza del Signore, 
ma perché egli viene magnificato in noi. 
Cristo è l'immagine di Dio: 
perciò l'anima che compie opere giuste e pie magnifica l'immagine di Dio a somiglianza della quale è stata creata»
Dal Commento su san Luca di sant'Ambrogio

Dominikos Theotokpoulos, detto El Greco, Visitazione 

lunedì 16 dicembre 2013

tunc saliet sicut cervus claudus!


...Dite agli smarriti di cuore:
"Coraggio! Non temete; ecco il vostro Dio,
giunge la vendetta,
la ricompensa divina. Egli viene a salvarvi".

 Allora lo zoppo salterà come un cervo...

Is  35, 4.6

venerdì 6 dicembre 2013

ragionevolezza – I

"È già una fortuna non piccola e non occasionale – che ci viene dalla nostra professione di fede – quella di conoscere il senso di alcune piccole consuetudini e di alcune circostanze occasionali. Per esempio, tutti mangiamo il panettone a Natale, ma solo i credenti sanno perché lo mangiano. 
Non è che il loro panettone sia necessariamente più buono di quello dei non credenti: è semplicemente più ragionevole".


Card. Giacomo Biffi (1928-2015)

giovedì 5 dicembre 2013

O Maria, speranza mia, 
se poc'amo il tuo Gesù, 
non ti sdegnare 
amalo tu per me, s'io non so amare! 
sant'Alfonso Maria de'Liguori (1696-1787), Tu scendi dalle stelle 
Jan van Eyck (e atelier?), Madonna col Bambino che legge (1433), Melbourne, National Gallery of Victoria

mercoledì 4 dicembre 2013

Alvus tumescit virginis, 
claustrum pudori permanet, 
vexilla virtutum micant: 
versatur in templo Deus. 

Si ingrossa il ventre della Vergine, 
ma resta chiuso il pudico chiostro, 
brillano i vessilli della virtù: 
Dio dimora nel suo tempio. 

Sant'Ambrogio di Milano


martedì 3 dicembre 2013

signatum est super nos lumen vultus tui, Domine (Sal 4, 7)*

«Nella prima venuta [il Signore] venne nella debolezza della carne, in questa intermedia viene nella potenza dello Spirito, nell'ultima verrà nella maestà della gloria.
[...] 
Questa sua venuta intermedia farà in modo che «come abbiamo portato l'immagine dell'uomo di terra, così porteremo l'immagine dell'uomo celeste» (1 Cor 15, 49)»

san Bernardo di Chiaravalle, Discorso 5 sull'Avvento

* Risplenda su di noi, Signore, la luce del tuo volto. 

lunedì 2 dicembre 2013

alzatevi e levate il capo, perché la vostra liberazione è vicina (Lc21, 28) - I

Il labirinto è un po' l'immagine del cammino della vita, spesso contorta e che sembra farci tornare indietro invece di condurci alla meta. 

Quello "cristiano" però, a volte rappresentato nelle cattedrali (nell'immagine il pavimento della cattedrale di Chartres), porta sempre alla meta: per quanto contorta possa essere la strada, essa è una sola, non è possibile sbagliare.

Aiuta a percorrerla il pensiero che, dall'Alto, essa venga vista nella sua interezza; senza mai perdere di vista il punto di arrivo. 

Si sa poi che guardando negli occhi di colui che guarda si vede riflesso l'oggetto guardato: guardiamo a Lui per non perderci! 



domenica 1 dicembre 2013

Avvento: "ti porterò io a salvezza, non temere!"

Rorate coeli desuper
et nubes pluant iustum


Ne irascaris Domine,
ne ultra memineris iniquitatis;
ecce civitas Sancti facta est deserta,
Sion deserta facta est;
Jerusalem desolata est,
domus sanctificationis tuae et gloriae tuae, 

ubi laudaverunt te Patres nostri. 

Peccavimus, et facti sumus tamquam immundus nos, 
et cecidimus quasi folium universi,
et iniquitates nostrae quasi ventus abstulerunt nos, abscondisti faciem tuam a nobis, 

et allisisti nos in manu iniquitatis nostrae. 

Vide Domine afflictionem populi tui
et mitte quem missurus es;
emitte Agnum dominatorem Terrae;
et petra deserti ad montem filiae Sion;
ut auferat ipse jugum captivitatis nostrae. 


Consolamini, consolamini, popule meus 
cito veniet salus tua;
quare moerore consumeris,
quia innovavit te dolor?

Salvabo te, noli timere;
ego enim sum Dominus Deus tuus, sanctus Israel Redemptor tuus. 



Come rugiada scenda dal cielo, dall’alto venga chi ci renda giustizia. Non adirarti Signore, non soffermarti sulla nostra inettitudine. Ecco io sono come una città desolata, vuota è questa mia vita; come abbandonato io mi sento, questa creatura fatta per un destino di gioia perfetta e di amore, sì che ogni genio ne ha tratto motivo di lode a te. Abbiamo ceduto al male, ci siamo complicati, siamo crollati come vento vorticoso, ci hai inariditi abandonandoci alle nostre miserie. Guarda, o Signore, l’angoscia del tuo popolo, manda colui che ci fai così aspettare. Mandaci quell’essere dolce e forte come dominatore, dalla bruma dell’orizzonte fallo comparire aglio occhi ansiosi di questo mio e tuo essere, perché ci liberi lui dalla prigionia. (Tu, o Signore, mi dici): confortati, confortati, o mio popolo, improvvisa verrà la tua salvezza. Perché ti struggi di amarezza, per il dolore che ti penetra? Ti porterò io a salvezza, non temere; sono infatti il tuo Signore, il tuo Creatore, l’Ideale tuo, il tuo Redentore.
(Traduzione di Luigi Giussani)