assiso sui Cherubini,
mostrati in faccia a Efraim, ridesta
la tua potenza e vieni.
O Redentore delle genti, vieni:
rivela al mondo il parto della Vergine,
ogni età della storia stupisca:
è questo un parto che si addice a Dio.
Non da seme virile,
ma per l'azione arcana dello Spirito
il Verbo di Dio si è fatto carne,
fiorito a noi come frutto di un grembo.
Il verginale corpo s’inturgida,
senza che il puro chiostro si disserri,
brillano le virtù come vessilli:
Dio nel suo tempio ha fissato dimora.
Esca da questo talamo nuziale,
aula regia di santo pudore,
il Forte Che sussiste in due nature
E sollecito compia il suo cammino.
A noi viene dal Padre
e al Padre fa ritorno;
si slancia fino agli inferi
e riguadagna la sede di Dio
Consostanziale e coeterno al Padre,
Dell’umiltà della carne rivèstiti:
con il tuo indefettibile vigore
Rinsalda in poi la corporea fiacchezza.
Già il tuo presepe rifulge e la notte
spira una luce nuova;
nessuna tenebra più la contamini
la rischiari perenne la fede.
Intende, qui regis Israel,
super cherubini qui sedes,
adpare Ephraem coram, excita
potentiam tuam et veni.
Veni, redémptor géntium,
osténde partum Vírginis;
mirétur omne sæculum:
talis decet partus Deum.
Non ex viríli sémine,
sed mýstico spirámine”
“Verbum Dei factum est caro
fructúsque ventris flóruit.
Alvus tuméscit Vírginis,
claustrum pudóris pérmanet
vexílla virtútum micant,
versàtur in templo Deus.
Procédat e thálamo suo,
pudóris aula régia,
gémirnæ gigas substántiæ
álacris ut currat viam.
Egressus eius a Patre,
regressus eius ad Patrem,
excursus usque ad inferos,
recursus ad sedem Dei.
Æquális aetérno Patri,
carnis tropæo cíngere,
infírma nostri córporis
virtúte firmans pérpeti.
Præsépe iam fulget tuum
luménque nox spirat novum,
quod nulla nox intérpolet
fidéque iugi lúceat.
Sant'Ambrogio, Veni Redemptor gentium (Traduzione di Giacomo e Inos Biffi)
Maria gravida, Svevia superiore, ca . 1520