Passa attraverso l'uomo e arriverai a Dio. Per lui passi, a Lui vai. Non cercare al di fuori di lui per dove giungere a Lui. Se Egli non avesse voluto essere la via, saremmo sempre fuori strada. Perciò si è fatto la via per dove puoi andare. Non ti dico: "Cerca la via". E' la via stessa a farsi incontro a te: Alzati e cammina.

sant'Agostino, Discorso 141

domenica 16 dicembre 2018

deliciæ meæ esse cum filiis hominum*

Il Signore, tuo Dio, in mezzo a te
[...].
Gioirà per te,
ti rinnoverà con il suo amore,
esulterà per te con grida di gioia.

Sof 3, 17 
* Pr 8, 22. La traduzione letterale dalla Vulgata suona: La Mia delizia è stare con gli uomini (dice Dio).

chi sei Tu? chi sono io? — "ed io che sono?" II

In principio, l'uomo era solo.
come Dio.
aprendo gli occhi, non si chiede:
chi sono?,
ma:
chi sei?
in principio,
l'uomo era orientato solo in rapporto a Dio,
e tutta la creazione
si definiva in rapporto all'uomo,
prima di lui le cose
c'erano, sì,
ma senza esistere veramente;
sotto il suo sguardo,
si misero a esistere.
Prima di lui,
il tempo scorreva,
ma acquistò la sua dimensione reale
soltanto penetrando una coscienza d'uomo.  

Elie Wiesel, Personaggi biblici attraverso il Midrash 
Immaginatevi, grottescamente,
un bambino
che per un naufragio 

si trovasse depositato sulla solita isola delle vignette, vicino a delle piante di banane, ecc...;
e supponete che […] il bambino,
in questo grottesco paragone,
arrivi a dodici, tredici, quindici anni;
senta l’esigenza di qualcosa che non sa immaginare 
e pensi:
«Sarà un sasso più grosso di questi,
sarà una banana più grande,
un filo d’erba più lungo,
un pesce più imponente di quelli che vedo guizzare qui attorno,
una stella più luminosa...».

Quello che sente dentro […]
è l’esigenza di qualcosa che non sa;
immagina possa essere come quello che vede,
eppure diverso,
«altro».
[…] 
dovrebbe dire:
«Ecco,
tutte queste cose che vorrei,
più grandi, più imponenti, più, più...;
ma, no, è un’altra cosa che vorrei». 

E allora dovrebbe concludere: 
«C’è qualche cosa nell’universo,
nella realtà,
c’è qualche cosa che corrisponde a questo bisogno,
alla mia esigenza,
e non coincide con niente di ciò che posso afferrare,
e non so che cosa è». 

Perché sa che c’è?
Perché l’esistenza di quella cosa
è implicata nel dinamismo della sua persona,
è un rimando operato da qualcosa
che ha dentro se stesso,
ma non coincide con nulla di quanto ha a disposizione,
e non sa immaginarlo.
Se nell’impatto con l’uomo
il mondo funziona come un segno,
dobbiamo dire
che il mondo
«dimostra» qualcosa d’Altro,
dimostra «Dio»
come un segno dimostra ciò di cui è segno.

Luigi Giussani, Il senso religioso, capitolo XI













Michelangelo, La creazione di Adamo (1511), Affresco della Cappella Sistina