Passa attraverso l'uomo e arriverai a Dio. Per lui passi, a Lui vai. Non cercare al di fuori di lui per dove giungere a Lui. Se Egli non avesse voluto essere la via, saremmo sempre fuori strada. Perciò si è fatto la via per dove puoi andare. Non ti dico: "Cerca la via". E' la via stessa a farsi incontro a te: Alzati e cammina.

sant'Agostino, Discorso 141

mercoledì 12 aprile 2017

Pedagogia della Misericordia nei medaglioni dei confessionali della Cattedrale di San Gallo V + Vb: Adamo e Eva



Il serpente era il più astuto di tutti gli animali selvatici che Dio aveva fatto e disse alla donna: "È vero che Dio ha detto: ‘Non dovete mangiare di alcun albero del giardino’?". Rispose la donna al serpente: "Dei frutti degli alberi del giardino noi possiamo mangiare, ma del frutto dell'albero che sta in mezzo al giardino Dio ha detto: ‘Non dovete mangiarne e non lo dovete toccare, altrimenti morirete’". Ma il serpente disse alla donna: "Non morirete affatto! Anzi, Dio sa che il giorno in cui voi ne mangiaste si aprirebbero i vostri occhi e sareste come Dio, conoscendo il bene e il male". Allora la donna vide che l'albero era buono da mangiare, gradevole agli occhi e desiderabile per acquistare saggezza; prese del suo frutto e ne mangiò, poi ne diede anche al marito, che era con lei, e anch'egli ne mangiò. Allora si aprirono gli occhi di tutti e due e conobbero di essere nudi; intrecciarono foglie di fico e se ne fecero cinture.
Poi udirono il rumore dei passi del Signore Dio che passeggiava nel giardino alla brezza del giorno, e l'uomo, con sua moglie, si nascose dalla presenza del Signore Dio, in mezzo agli alberi del giardino. Ma il Signore Dio chiamò l'uomo e gli disse: "Dove sei?". Rispose: "Ho udito la tua voce nel giardino: ho avuto paura, perché sono nudo, e mi sono nascosto". Riprese: "Chi ti ha fatto sapere che sei nudo? Hai forse mangiato dell'albero di cui ti avevo comandato di non mangiare?". Rispose l'uomo: "La donna che tu mi hai posto accanto mi ha dato dell'albero e io ne ho mangiato". Il Signore Dio disse alla donna: "Che hai fatto?". Rispose la donna: "Il serpente mi ha ingannata e io ho mangiato".
Gen 3, 1-13
Il peccato però ha ingannato il tempo e l'eternità, perché ha ingannato il tempo dell'attesa di Dio. La mano di Eva e Adamo che ha voluto prendere subito un compimento di sé alternativo al TU di Dio, ha infranto il senso del tempo, il significato del tempo, la bellezza del tempo, perché ha tradito l'attesa di Dio.
Padre Mauro-Giuseppe Lepori, Abate generale cistercense
Conferenza di Avvento, Hauterive, 5 dicembre 2015

Pedagogia della Misericordia nei medaglioni dei confessionali della Cattedrale di San Gallo: Le parabole della Misericordia (Lc 15)


















Dunque san Luca non parlò a vuoto quando espose nell’ordine le tre parabole: la pecora che si smarrì e fu ritrovata, la dracma che fu perduta e ritrovata, il figlio che era morto e ritornò alla vita […]. 

Chi sono il padre, il pastore, la donna, se non Dio Padre, Cristo pastore, la donna Chiesa?

Cristo ti trasporta con il suo corpo, prendendo su di sé i tuoi peccati, ti cerca la Chiesa, ti accoglie il Padre.

Come un pastore ti porta, come una madre ti cerca, come un padre ti veste. […]. Prima di tutto viene la misericordia, poi il sostegno, ed in terzo luogo la riconciliazione. […]

Siamo pecore, dicevo: andiamo al pascolo; siamo dracme: abbiamo un prezzo; siamo figli: corriamo al Padre.

sant’Ambrogio, Esposizione del Vangelo secondo Luca, VII

Pedagogia della Misericordia nei medaglioni dei confessionali della Cattedrale di San Gallo III: Il Figliol prodigo



"Un uomo aveva due figli. Il più giovane disse al padre: 'Padre, dammi la parte del patrimonio che mi spetta'. E il padre divise tra loro le sostanze. Dopo non molti giorni, il figlio più giovane, raccolte le sue cose, partì per un paese lontano e là sperperò le sue sostanze vivendo da dissoluto. Quando ebbe speso tutto, in quel paese venne una grande carestia ed egli cominciò a trovarsi nel bisogno. Allora andò e si mise a servizio di uno degli abitanti di quella regione, che lo mandò nei campi a pascolare i porci. Avrebbe voluto saziarsi con le carrube che mangiavano i porci; ma nessuno gliene dava. Allora rientrò in se stesso e disse: 'Quanti salariati in casa di mio padre hanno pane in abbondanza e io qui muoio di fame! Mi leverò e andrò da mio padre e gli dirò: Padre, ho peccato contro il Cielo e contro di te; non sono più degno di esser chiamato tuo figlio. Trattami come uno dei tuoi garzoni'. Partì e si incamminò verso suo padre.
Quando era ancora lontano il padre lo vide e commosso gli corse incontro, gli si gettò al collo e lo baciò. Il figlio gli disse: 'Padre, ho peccato contro il Cielo e contro di te; non sono più degno di esser chiamato tuo figlio'. Ma il padre disse ai servi: 'Presto, portate qui il vestito più bello e rivestitelo, mettetegli l'anello al dito e i calzari ai piedi. Portate il vitello grasso, ammazzatelo, mangiamo e facciamo festa, perché questo mio figlio era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato'. E cominciarono a far festa".

Lc 15, 11-24
Cosa fa il padre della parabola del figlio prodigo? Attende! Appena il figlio è partito verso la perdizione e la morte, il padre si mette subito ad attenderlo: "Questo mio figlio era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato!" (Lc 15,24). Nella figura di questo padre che attende il figlio, Gesù ci rivela un mistero straordinario (ma il mistero è sempre straordinario!): ci rivela che la misericordia è come se l'amore di Dio lasciasse l'eternità per diventare attesa nel tempo, ricerca nel tempo, pazienza nel tempo. Dio che era l'Essere eterno da attendere, si fa per noi l'Essere eterno che attende. È il mistero di Cristo.
Padre Mauro-Giuseppe Lepori, Abate generale cistercense  
Conferenza di Avvento, Hauterive, 5 dicembre 2015

Pedagogia della Misericordia nei medaglioni dei confessionali della Cattedrale di San Gallo IVb: La dramma (dracma) ritrovata


«...c'è gioia davanti agli angeli di Dio per un solo peccatore che si converte»

...quale donna, se ha dieci dramme e ne perde una, non accende la lucerna e spazza la casa e cerca attentamente finché non la ritrova? E dopo averla trovata, chiama le amiche e le vicine, dicendo: Rallegratevi con me, perché ho ritrovato la dramma che avevo perduta. Così, vi dico, c'è gioia davanti agli angeli di Dio per un solo peccatore che si converte.
Lc 15, 8-10
Ma non si potrebbe trovare in nessun luogo una somiglianza con l'immagine divina,
piuttosto, essa sarebbe ancora lì, orrida e deforme,
se quella donna, di cui narra il Vangelo, non avesse acceso la lampada.

Vale a dire: se la Sapienza non fosse apparsa nella carne,
mettendo a soqquadro la dimora dei vizi,
per cercare la dramma che aveva perduto [cfr. Lc 15, 8]
– ovvero la sua stessa immagine –
che, privata del suo nativo splendore,
incrostata dal peccato,
era nascosta come se fosse nella polvere,
E se, una volta trovata, non l'avesse pulita
riportandola alla bellezza originaria,
nella gloria dei santi,
conformandola a sé in ogni cosa,

portando a compimento queste parole delle Scritture:

Sappiamo però che quando egli si sarà manifestato, noi saremo simili a lui, perché lo vedremo così come egli è. [I Gv 3,2].
San Bernardo di Chiaravalle, De Gratia et libero arbitrio