«...Rallegratevi con me, perché ho trovato la mia pecora che era perduta»
Si avvicinavano a lui tutti i pubblicani e i peccatori per ascoltarlo. I farisei e gli scribi mormoravano: "Costui riceve i peccatori e mangia con loro". Allora egli disse loro questa parabola: "Chi di voi se ha cento pecore e ne perde una, non lascia le novantanove nel deserto e va dietro a quella perduta, finché non la ritrova? Ritrovatala, se la mette in spalla tutto contento, va a casa, chiama gli amici e i vicini dicendo: 'Rallegratevi con me, perché ho trovato la mia pecora che era perduta’. Così, vi dico, ci sarà più gioia in cielo per un peccatore convertito, che per novantanove giusti che non hanno bisogno di conversione.
Per quella ha conosciuto l’inquietudine.
Per quella che non è rimasta con le altre novantanove.
La mortale inquietudine.
(La divorante inquietudine nel cuore di Gesù.)
Inquietudine di non ritrovarla. Di non sapere.
Di non ritrovarla mai. L'umana inquietudine.
La mortale inquietudine di doverla condannare.
Ma infine lui è salvo.
Lui medesimo salvatore è salvo.
È salvo dal doverla condannare.
[...]
Per questa pecorella d’anima d’uomo, lui, fatto uomo, ha conosciuto l’inquietudine d’uomo.
Ma per questa stupida pecorella d’anima (che gli ha fatto una così gran paura) uomo, lui, fatto uomo, ha conosciuto la speranza d’uomo.
Si avvicinavano a lui tutti i pubblicani e i peccatori per ascoltarlo. I farisei e gli scribi mormoravano: "Costui riceve i peccatori e mangia con loro". Allora egli disse loro questa parabola: "Chi di voi se ha cento pecore e ne perde una, non lascia le novantanove nel deserto e va dietro a quella perduta, finché non la ritrova? Ritrovatala, se la mette in spalla tutto contento, va a casa, chiama gli amici e i vicini dicendo: 'Rallegratevi con me, perché ho trovato la mia pecora che era perduta’. Così, vi dico, ci sarà più gioia in cielo per un peccatore convertito, che per novantanove giusti che non hanno bisogno di conversione.
Lc 15, 1-7Il Buon Pastore vale a dire il buon guardiano di pecore.
Per quella ha conosciuto l’inquietudine.
Per quella che non è rimasta con le altre novantanove.
La mortale inquietudine.
(La divorante inquietudine nel cuore di Gesù.)
Inquietudine di non ritrovarla. Di non sapere.
Di non ritrovarla mai. L'umana inquietudine.
La mortale inquietudine di doverla condannare.
Ma infine lui è salvo.
Lui medesimo salvatore è salvo.
È salvo dal doverla condannare.
[...]
Per questa pecorella d’anima d’uomo, lui, fatto uomo, ha conosciuto l’inquietudine d’uomo.
Ma per questa stupida pecorella d’anima (che gli ha fatto una così gran paura) uomo, lui, fatto uomo, ha conosciuto la speranza d’uomo.
Charles Péguy, Il portico del mistero della seconda virtù