Passa attraverso l'uomo e arriverai a Dio. Per lui passi, a Lui vai. Non cercare al di fuori di lui per dove giungere a Lui. Se Egli non avesse voluto essere la via, saremmo sempre fuori strada. Perciò si è fatto la via per dove puoi andare. Non ti dico: "Cerca la via". E' la via stessa a farsi incontro a te: Alzati e cammina.

sant'Agostino, Discorso 141

sabato 26 maggio 2018

la cosa più grande

Al reverentissimo e dilettissimo figlio, l’Arcidiacono Gemmulo, Bonifacio, esiguo servo dei servi di Dio [porge] un amabile saluto di eterna carità in Cristo.

Spesso la carità unisce spiritualmente coloro che sono fisicamente separati da una lunga distanza. 


E si sa che nella peregrinazione una fatica non minima è costituita dal fatto che l’amico ricorda triste e afflitto l’amico – che ama ardentemente e da cui è lungamente separato – e sopporta difficilmente il nemico vicino, scocciatore e molesto, che lo avversa. 

Potessi averti vicino, fratello, come consolatore in questa peregrinazione! 

Usufruirei del tuo santo consiglio, godrei della tua consolazione, mi rallegrerei alla vista del tuo caro volto e mi riconforterei con la tua santa esortazione. 

Siccome però le condizioni di questa vita mortale e le circostanze non lo permettono, faccia la vera carità la sola cosa e la più grande, che Dio ordina e concede di fare quando dice: 

Questo è il mio comandamento, che vi amiate gli uni gli altri [Gv 13, 35], eccetera. 

L’assente ami veramente in Dio colui che non può avere corporalmente presente. 
E, come disse S. Agostino, anche se uno fosse in oriente e l’altro in occidente, [essi] uniti dalla carità, non saranno mai separati l’uno dall’altro; e il Salvatore del mondo: 

Da questo tutti sapranno fino a gli uni per gli altri. [Gv 13, 34-35]

Perciò – secondo Giacomo, che disse: 

La preghiera fatta con fede salverà il malato [Gc 5, 15], 

e poco più sotto: Pregate gli uni per gli altri, per essere guariti [Gc 5, 16]– 

preghiamo l’uno per l’altro, affinché siamo salvati e la pietà del Signore, che ci ha separati in terra, ci riunisca felici sulla cima dei Cieli.



Reverentissimo et dilectissimo filio Iammulo archidiacono Bonifatius exiguus servus servorum Dei amabile in Cristo aeternae caritatis salutem. 


Sepe spiritaliter caritas iungit, quos corporaliter longa intercapedine disiungit. Et haec non minima peregrinationis erumna esse dinoscitur, quod amicus amicum, quem ardenter diligit, longe disiunctum tristis et merens memorat et adversantem inimicum prope tribulatorem et molestum difficulter patitur. Utinam te, frater, peregrinationis huius consolatorem prope habeam, tuo sancto consilio utar, consolatione gaudeam, aspectu care faciei laeter et sancta exhortatione reficiar. Sed quia hoc fieri vitae mortali condicio et rerum ratio non permittit, faciat vera caritas solum et maximum, quod concedit et precepit Deus dicendo: Hoc est preceptum meum, ut diligatis invicem [Gv 13, 35] et cetera. Amet in Deo veraciter absentem, quem corporaliter presentem tenere nequit. Et, sicut sanctus Augustinus dixit, licet unus sit in oriente et alius in occidente, con glutinata caritate numquam ab invicem separantur; et salvator mundi: In hoc cognoscunt usque ad invicem. Ergo iuxta Iacobum, qui dixit: Oremus pro invicem, ut salvemini [Gc 5, 15], oremus pro invicem , ut salvemur, et pietas Domini, quae nos in terra separavit, gaudentes in caelorum culmine congreget. 
San Bonifacio († 754) al Cardinal diacono Gemmulo. (S. Bonifacii Ep. 104)



oportune inportune*

[...]
Signore! 
Meglio errare nel Tuo nome che dimenticarTi. 
Meglio peccare per Te che scordarTi. 
Meglio perire che scomparire dalla Tua presenza.
da: Andrej Sinjavskij (Abram Terz), Pensieri improvvisi
* cfr. 2 Tm 4,2: praedica verbum insta oportune inportune: annuncia la Parola, insisti al momento opportuno e non opportuno